Publikacja w numerze Rok XVII (2011) nr 37
Autor Daniel Brzeziński (Wydział Teologiczny UMK, Toruń)
Streszczenie:
L’Esortazione Apostolica „Verbum Domini” di Benedetto XVI evoca il carattere per- formativo della parola di Dio che scaturisce particolarmente dal suo legame con i sacramenti. Nella celebrazione dei sacramenti — come nella storia della salvezza — la parola di Dio indica una parola che è un’azione divina hic et nunc. Questo carattere performativo culmina nelle parole della consacrazione eucaristica. All’origine della sacramentalità della parola di Dio sta propriamente il mistero dell’incarnazione del Logos: la realtà del mistero rivelato si offre a noi nella «carne» del Figlio. La Parola di Dio si rende percepibile alla fede attra- verso il «segno» di parole e di gesti umani. La fede, dunque, riconosce il V erbo di Dio acco- gliendo i gesti e le parole con i quali Egli stesso si presenta a noi. Alla luce dell’esortazione, la sacramentalità della parola di Dio si lascia comprendere in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. Il carattere sacramentale della parola di Dio, però, deve essere inteso non soltanto nell’ampio, biblico-patristico senso del termine sacramentum, ma pure nel suo senso stretto. Infatti, nella santa Messa (e in tutta la liturgia) non solo il Sacrificio di Cristo viene celebrato «in memoria di Lui», ma anche la proclama- zione della parola di Dio è l’anamnesi del Mistero Pasquale di Cristo e l’anamnesi di tutti gli interventi di Dio nella storia della salvezza. In realtà, il carattere sacramentale della parola di Dio è sinonimo del suo carattere anamnetico.