Publikacja w numerze Rok XVII (2011) nr 38
Autor Andrzej Żądło
Streszczenie:
„Partecipazione”: è la parola-chiave della riforma liturgica, messa a fuoco già dal movi- mento liturgico del XIX–XX secolo, approfondita e teologicamente elaborata durante il Con- cilio Vaticano II e da esso promossa pastoralmente. Partecipare alla liturgia in maniera ade- guata al mistero in essa commemorato è il massimo della nostra fede, del nostro segire Gesù e del nostro agire missinario-pastorale. Addirittura, la Sacrosanctum Concilium chiama la liturgia „il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia” (SC 10). La liturgia non è quindi un attimo strappato dal con- testo della vita ordinaria, astratto e isolato da tutto ciò che ci circonda in essa. Anzi, essa è un mistero radicato profondamente nella vita umana, la cui celebrazione esige un’autentica partecipazione da parte dei credenti. E’ il motivo, per cui la liturgia ha bisogno di una pre- parazione (uno spazio corrispondente alla salita verso un culmine, una vetta di una monta- nia) e di una prosecuzione (uno spazio in cui avviene un continuo attingere dalla sorgente).
Esiste allora uno spazio che precede la celebrazione liturgica e ci fa partecipare (grazie ai sacrifici spirituali quotidiani) pienamente ad essa, e uno che la segue e rende feconda la liturgia se attingiamo da essa la forza vivificante. Tra questi due spazi — precenedte la liturgia (par- tecipazione piena) e seguente dopo di essa (partecipazione fruttuosa) si colloca il compi- mento di un concreto rito liturgico che esige la nostra partecipazione ativa ad esso. Ecco allora un’analogia con il trittico composto sempre da tre tavole (una centrale e due laterali). Il trittico però trasmette messaggio e può essere ammirato solo se rimane aperto. Se invece una delle tavole laterali (o tutte e due) rimane chiusa, il trittico non dice nulla, rimane muto — anche quando dietro la chiusura si trova un capolavoro. Così pure la liturgia: non può essere ristretta al momento della pura celebrazione rituale (in essa dobbiamo partecipare attiva- mente), ma deve abbracciare tutta la nostra vita — quella che precede tale celebrazione (e garantisce partecipazione piena ad essa) e quella che la segue (e garantisce partecipazione fruttuose ad essa).